giovedì 24 gennaio 2008

IL FASTIDIO (testo teatrale)

interpreti:
A-ragazza negra
B-voce fuori campo di adulto bianco

Scena unica

Luce su A
A è seduta su una sedia, la si vede di profilo, gli spettatori fanno parte del mondo che lei vede attraverso il finestrino del bus in corsa.
A osserva il paesaggio, oscilla di tanto in tanto per i movimenti del bus.

A(lento/immobile. Tono autistico): E' uno schifo.Là è uno schifo!E' questo che ho detto dell'Africa due anni fa.Era settembre, la fine del settembre più lungo della mia vita, preceduta da una preparazione interna eterna, esterna eterna,sempre in qualunque modo eterna. La notte prima della partenza non riuscivo a prendere sonno.Sentivo di essere sveglia e di stare dormendo allo stesso tempo, sentivo il mio corpo intraprendere infiniti movimenti, pur restando immobile,paralizzata come un sasso sotto una valanga. Avevo voglia di grattarmi la pelle e non farlo, voglia di stringere i denti e di tenere la bocca spalancata..
(rimane con la bocca spalancata)
...ma sentivo di non essere io a decidere cosa fare.Perciò risi.E intanto mio fratello era un negro sordido gettato affianco a me, materassi a terra, tenebra profonda, odore morbido delle pelli, e il suo sonno, che cessò a causa del mio ridere. Mi chiese se andava tutto bene, se avessi voglia di fare un giro. Scalzi scavalcammo il davanzale della finestra;il mondo attorno era così velato e assopito che pareva potessimo attraversarlo interamente senza alcuna fatica, senza paura.Partii la mattina dopo,solo con mia madre, lasciando sulla terra gialla un fratello e un padre fare quello che a loro piaceva e non piaceva fare.Per tutto il viaggio, nell'aereo mia madre non disse nulla.Avevo fastidio di questo.Solo all'ora del pasto,mi sorrise.La maggior parte dei passeggeri aveva la pelle nera e davanti ai vassoi di carne,pane e verza, dopo tanto silenzio sfiatarono un sorriso e i denti, bianchi, splendevano come neve. Si poteva iniziare a parlare. I progetti,le aspirazioni, le aspettative prendevano forma e c'era un qualcosa che puzzava alle nostre spalle.Sì sembrava vivamente che l'Africa puzzasse.
Si vuole sedere signora?Venga, venga...
(Si alza in piedi di fianco alla sedia)
Mio zio abitava di già in Italia quando entrammo in casa sua.I suoi figli avevano la mia età e cercavano con ogni forza di seguire una moda che non gli apparteneva. Qualcosa squillava nelle tasche e da lì sfilavano i telefoni, giocavano e studiavano col computer e lo zio gli comprava le brioches e la pasta all'uovo, i succhi d'arancia e qualsiasi cosa riempisse la dispensa di quell'appartamento stretto come una fogna, un fornello sporco e una lavatrice rigata dalla ruggine bastavano ad occupare gran parte dello spazio.Avevamo appoggiato i bagagli sopra un divano moscio, a terra avrebbero intralciato il passaggio. In quella stanza dovevamo dormirci in cinque. Era un buco, un buco fetido, ma a me sembrava il paradiso. Correvo a guardare fuori dalla finestra, il mondo animato da gente bianca, sulle automobili più svariate, sui cartelloni pubblicitari e i bus, la gente in bicicletta, e...mia madre dietro alle spalle...
...Mi accarezzò la testa e i denti splendevano.
Le dissi che era bellissimo, tutto, in confronto l'Africa è uno schifo.
Ancora adesso sento rumore e calore sulla mia guancia,rabbia e delusione nei suoi occhi.

La sedia si è liberata

A(torna a sedersi):Settembre, settembre...settembre. Inizia tutto o ricomincia solo il fastidio?
Voglia di capirlo zero, zero è la voglia anche se è tanta. Dicono che il fastidio te lo crei. Dicono che sia una miserabile proiezione dell'intelletto...dell'intelletto...dell'intelleto...intelletto.
Dicono che dopo agosto c'è settembre e le foglie ossidate cascano a terra. Ma per la mia strada non ce ne sono.Questa è la mia strada, cemento su cui corre il mio bus, bus, bus arancione?! Bus, bus...che mi porta al lavoro.
Devo spicciarmi, penso.Sul serio, fare in fretta, penso. per la paga, penso; che m'infila le scarpe, m'infila il metano e l'acqua nei tubi e riempie il frigo di alici e le mie mani...di nulla

A dal finestrino sposta la sua attenzione sulle sue mani. Le ha sotto il volto, lentamnete si delinea il tratto della mano che divide il nero del dorso dal bianco del palmo. Poi piano le chiude cercando un posto dove nasconderle

B(schietto, autoritario): Mostra il bianco!

A continua la sua lotta, cercando dove nascondere le mani

B: Perchè non mostri il bianco?

A continua la sua lotta

B Fidati, tanto sei in un mondo bianco. Io se fossi in te continuerei a fare ciò che hai fatto finora. Non ha senso ciò che vorresti essere, lascia che sia, fidati, perdio, quietati! Guarda!Guarda! Guardati intorno, i passeggeri: cominci a dargli fastidio.

Nel frattempo A faticosamente è riuscita a mostrare i palmi. Li chiude di nuovo e si porta le mani sotto le cosce.

B:Ora dimmi di tuo fratello!

A(intimidita): Non lo vedo da tanto.

B: Tanto quanto?

A: Che importanza ha ora?

B: Via, dimmi cosa fa laggiù.

A(dopo una breve valutazione):Dicono che dopo agosto c'è settembre e le foglie ossidate cascano a terra...Anche là!Questo mi lega molto a mio fratello, m al posto del cemento ora la sua strada è cosparsa di queste foglie, ora, tutto intorno a lui è cosparso di queste foglie...

B:Ma ance qua ci sono queste foglie;non c'è però il deserto e inoltre dicono che lì i proiettili fischiano, fischiano interrottamente. Che sia vero?

A:Si però...

B:Perchè sei qua allora?! Raccontami del tuo villaggio.

A(galvanizzata si alza dalla sedia carica di eccitazione):Tu sei interessato al mio viaggio? Tu vuoi sapere come sono venuta qua? E' piacevole, è piacevole...

B:La gente, la gente, i passeggeri, rimettiti seduta per l'amor del cielo...

A:E' piacevole, piacevole e io ti racconterò ogni cosa...

B:Siediti, per carità, ricomponiti!

A(senza prestare alcuna attenzione continua a ruota libera):La terra gialla si estende di qualità e profumi, tu l'hai mai sentito il profumo della terra che calpesti? E corri corri scalzo come un rettile e musica, bimbi, aria, hai intorno aria e i vecchi, le vecchie sui gradini, il bianco dei vestiti che attenua il calore del sole, e di questo ed altro loro chiacchierano...

B:Fammi la cortesia!

A:...i vecchi di questo e della guerra chiacchieranno, ma noi ancora piccoli comprendiamo che non ci deve interessare...

B:Ascolta, fammi la cortesia di sederti!

A(guarda in alto.Felicità totale):Noi comprendiamo che non ci deve interessare perchè i manghi sopra gli alberi crescono succosi e le papaie si gonfiano come dei palloni e poi ancora di corsa fino alla riva piana dove trasparente il mare si stacca e si attacca con le onde e i granchi veloci come razzi forano la sabbia, prova a prenderne uno...

B:Smetti!

A:...tu prova a prenderne uno, prima che arrivi la sera. Pastelli e profumi dipingono la sera finchè il sole è ancora caldo, pastelli e profumi dipingono le nostre sale quando ci sediamo attorno al tavolo. La manioca fasciata di verdi foglie è lì, su un piatto enorme di fianco al fufu caldo piccante, e i vecchi che parlavano della guerra ora dicono che Abrham è stato reclutato alle armi e l'ntera famiglia Kitenghe si è imbarcata lungo le coste che portano in occidente.

B:Siediti ora.

A(realizza con lenta amarezza):Ma tu non mi stai ascoltando? E' vero che non mi stai ascoltando?

B(crescente furia):Perdio, ricomponiti, i passeggeri li stai infastidendo hai capito, ora basta!

Lunga pausa

A:Perchè dici questo?Perchè li sto infastidendo?

B:Pechè sei nera...Guarda che confusione...senti cosa dicono.

A(di nuovo galvanizzata):Ma no, ti sbagli...io, io...non c'entro niente.
Dicono che il fastidio te lo crei, dicono che sia una miserabile proiezione dell'intelletto.
Loro fanno confusione soltanto perchè sono interessati al mio viaggio. E te?

Aora è seria, sguardo deciso e severo. Rotea lentamente le mani.

A:Ora bianche, ora nere,(nasconde le mani dietro la schiena) ora niente. Bianche, nere...niente!
E' una miserabile proiezione dell'intelletto.

sabato 1 dicembre 2007

MY TIME IN UGANDA

BOLOGNA-->AMSTERDAM ore 5:06 a.m. 4/9/2007


E così inizia il mio viaggio.Mi sembra così strano,ce l'ho fatta!L'avevo tanto ideato che ora ho quasi paura.E' surreale..sono in aeroporto a Bologna,solo,in mezzo ad una decina di persone(poco interessanti).C'è una coppia al mio fianco che deve andare in Perù e una coppia di anziani diretti in Mozambico.C'è un uomo davanti a me che mi fissa di continuo.Mi fa troppo strano pensare che domani a quest'ora starò dormendo in chissà quale stanza e soprattutto con chi.
Ho paura,mi manca la Vale enormemente e vorrei tanto che in questo mese in mia assenza si sentisse bene e tranquilla.Quello che mi distrugge non è l'idea delle difficoltà che dovrò affrontare lungo questo "viaggio";è pensare che ci sono persone,che lascio persone,che staranno male.Mi ha accompagnato mia madre in aeroporto ma non è riuscita a venirmi a salutare dentro...forse è stato meglio così!
Oggi li ho odiati tutti quei saluti smielosi che mettono soltanto angoscia più di quanto uno ce li ha già.Il cuore mi sta andando ai mille:non riuscirò mai a prendere quest'aereo in modo sereno.Non ho fame,nè sonno.Non siamo in tanti a prendere questo volo..tutto ciò mi mette ansia.Non ho salutato mia sorella e mio fratello.Anche la Laura e Luca potevo chiamare, ma non ho proprio avuto tempo.
Le parole di Puoch oggi mi sono servite troppo...forse è per questo che ho passato una bella serata con Vale a differenza di quanto avevo previsto di trascorrere.Alla fine,come al solito, mi sento troppo il top.Come ha detto puoch:sono un "ometto" che sta facendo un'esperienza troppo importante.
Ed ecco davanti a me la prima suora..una delle migliaia che incontrerò durante il viaggio Amsterdam-Uganda.Mi sono pentito un po di non essere andato a fare qualche missione con i missionari cattolici.Deve essere incredibile vivere la stessa esperienza ma con occhi diversi.Ma forse è la disorganizzazione dello YAP che mi fa dire questo.Non l'avrei mai pensato prima.Chissà Leo come si è sentito a partire da solo per Londra.Anche lui avrà avuto un sacco di paura;ma come me aveva anche qualcos a cui aspirare.La meta era più importante e dirampante delle solite paure.Non so se sono pronto a tutto questo,anche perchè sinceramente non so neanche cosa sarà..ma se sono seduto qui vorrà direche c'è qualcosa di più grande che mi spinge a farlo.


AMSTERDAM-->ENTEBBE ore 09:31 a.m. 4/9/2007


Il volo bologna-amsterdam è stato orrendo.Brutto tempo con fulmini sia al decollo che all'arrivo.E ovviamente il brutto tempo persiste anche prima della partenza da amsterdam.Ho il cuore ai mille.Non riesco ancora a mangiare e quelle cazzo di gocce di fiori di bach non mi fanno niente.Ho cercato di dormire un po in volo ma dovevamo tenere le cinture per tutto il tragitto perciò..troppo scomodo!Mi aspettano 8 ore di viaggio e non so proprio come fare!Sono seduto vicino ai miei nuovi "baconghi" al GATE F3 e fra 20 minuti dovrò imbarcarmi.Ho chiesto infomazioni per il mio bagaglio(se l'avessi ritrovato ad Entebbe) e quelli della informazione mi hanno preso per il culo ridendo!Ridicolo!Però non me ne frega un cazzo.Sono qua da solo,e l'unica cosa che mi rimane da fare è buttarmi con il mio fantastico inglese.Prima mia mamma mi ha scritto un messaggio dicendomi che ero il suo bellissimo figliuolo e che mi ringraziava di esserlo..mi sono quasi messo a piangere ma ovviamente mi sono trattenuto(cosa che sto facendo tutt'ora).
Non sono l'unico straniero fra gli ugandesi dellaeroporto:c'è un cinese..anzi due,un gruppo di americani e poi uno ch sembra molto english o francese.Ho voglia di scoppiare!E non sono ancora riuscito a distaccarmi dalla mia città e di pensare come un unico individuo(come dice Puoch).Forse non ci riuscirò mai in tutto questo tempo.
Che scemo ogni volta che apro questo diario vedo le foto della vale,di mia mamma e mia sorella,e mi comincia a bruciare il naso.Mana ancora un'ora e fuori sta continuando a piovere di brutto.Ho rincontrato il tipo che era di fianco a me nell'aereo e gli ho fatto un gran saluto come se lo conoscessi da anni.Forse stare solo una mattina con la consapevolezza che la solitudine sarà di casa nel prossimo mese,mi porta ad attarmi di piu a chiunque io conosca.E perciò adesso sono un po preoccupato;ma non tanto.Sto facendo passare tante immagini nella mia mente in modo molto freddo e quasi irrazionalmente;forse facendo cosi starò meglio.Vorrei essere da solo e invece qua è tutto un mescolarsi di lingue,colori e uomini.
A volte penso a cosa farebbe Fedi in queste circostanze;analizzerebbe tutto come sto facendo io,ma non conosco la sua profondità nello scrivere.Questa volta in volo voglio provare a leggere un nuovo libro,ovviamente ambientato a kampala(la capitale ugandese) negli anni '70.

Sono salito.Dio bho che aereo!Sono nella Economy Class ma comunque è lussuoso.Ci sono 3 file,2 da 2 e 1 da 3 posti.Ho il televisore nello schienale di quello davanti.Ovviamente però io sono al centro di tutto.Evvai!Così se succede qualcosa non proverò neanche ad uscire,tanto sono spacciato!Ho cuscino,coperta e tavolino.C'è anche l'attacco per le cuffie..alèee!Mi immagino nella Business Class che lusso che ci sarà.Tanto sono sempre piu convinto che se dobiamo morire, moriranno anche quelli che hanno peso il doppio di noi poveracci.Comunque Vale dirà tanto,ma sono passato vicino a 2-3 "baconghi" e puzzavano di brutto;di sicuro neanch'io avrò un gran buon odore ma quello è marcio!Tanto mi dovrò abituare ai buonissimi odori che ci saranno nel villaggio.
Prima entrando nel tubo che ti porta direttamente dentro al mio adorato aereo,mi sono guadato indietro per vedere se c'era l'uomo del tragitto Bologna-Amsterdam.Ma non c'era;che strano,ci tenevo proprio.Forse così non mi sarei sentito solo.Mi hanno dato sull'aereo un foglio da compilare con parole Ugandesi tradotte e ora me le ricopio:
-cognome=jina la ukoo -nome=majina memgine -numero passaporto=nambari ya pasi -data=tarehe -anno di nascita=kuzaliwa -maschio=mme femmina=mke -giorno=siku -volo=chambo -viaggio=kuingia -via=mtaa -città=mji -aria=ndege -acqua=maji -treno=reli -strada=barabara -firma=sahihi -vacanze=likizo

Non ne posso più,mancano ancora 3 ore e 19 minuti di volo e non mi sento più il sedere. Comunque il volo sta andando da Dio!fuori è bel tempo e dentro si sta comodi anche se sono infognato tra un russo(che mi ha scaricato tutta la penna...l'unica che avevo di scorta) ed una Ugandese poco socievole che risponde alle mie domande a monosillabe).Ora il terrore dell'aereo è quasi scomparso.Il problema ora sarà:"chi mi viene a prendere?"..oppure.."qualcuno mi verrà a prendere?". Adesso stiamo sorvolando Sahara desert e a ne poss piò!Non riesco più ad addormentarmi.


ore 6:27 p.m.

Il volo continua ad andare bene.Fra un'ora e trentacinque minuti scenderò finalmene da questo aereo,ache perchè devo andare in bagno.Solo ora stanno cominciando un po di turbolenze.Ma si,ormai mi sono quasi abituato.Comunque sono stato tutto il viaggio stretto nella mia poltroncina:quella stronzett davanti si è praticamente stesa su di me.E l'omone grosso e la donna puzzolente ai miei fianchi si sono impadroniti dei miei braccioli.Non so proprio cosa dire al tipo che verrà a prendermi.che minchia gli dirò?bho!tirerò fuori il mio inglese inventato così mi sbombo un po con loro!C'è un gran puzzo di ascelle qui dentro(forse anche le mie),di cacca e di cibo della mensa..Sono disperato,voglio arrivare e l'unica cosa che posso fare è continuare a vedere la "vie en rose" su Edith Piaff.

ore 13:16 5/09/2007

Ora sono nel mio "bellissimo" ostello con gli organizzatori,due ugandesi e l'altra volontaria inglese.é tutto cosi strano,come in un film.Ieri sera all'aeroporto non mi è venuto a prendere nessuno come immaginavo.Ho preso un taxi e ho avuto un po timore per il tipo che guidava.Alla fine mi ha aiutato..ha chiamato Joseph Wle(l'organizzatore) e mi ha portato in questo ostello dove dovevo incontrare gli altri.Lasciamo stare come guida qua la gente.Credo che non avrò più paura della guida della VAle.Entebbe dista da Kampala di 40 km perciò ho fatto abbastanza tragitto fra quelle strane e pericolose strade.Nessun semaforo,nessuna striscia pedonale e le persone per passare si buttano in mezzo alla strada.La terra è rossa..più rossa del sangue e c'è passato vicino una sciame di cavallette immense.Qui gli animali sono tutti versione gigantesca.Ieri sera non sono riuscito a scrivere perchè ero troppo stanco e mi sono addormentato subito dentro alla mia zanzariera con i vestiti addosso puzzolenti tipo profugo.Avevo un pò paura che entrasse qualcuno e perciò ho tenuto la luce e il ventilatore accesi spruzzandomi autan a litri.
Il mio inglese è pessimo e tutti l'hanno notato.Ora capisco la vera importanza di conoscere una lingua così internazionale.
Non c'è nulla di mistico qua..è tutto molto reale e vitale.Le persone a kampala sono un sacco calorosi e gentili.Mi salutano e mi chiedono come sto.Ho conosciuto una donna fuori..in strada..e mi ha fatto un sacco di domande.Ho avuto un sacco di pregiudizi all'inizio ma ora potrei parlare e passare una giornata intera con uno sconosciuto,non conoscendo la lingua,che mi sentirei come a casa.Credo che i pregiudizi nascano dalla nostra consapevolezza di avere vicino delle sicurezze;e perciò cerchiamo a tutti i costi di evitare altre realtà inventandoci timori e paure.ora che sono qua,e che niente può essere paragonato a casa mia o a qualche altro mio appoggio,mi lascierò trasportare da qualunque cosa che non sia veramente pericolosa.Mi manca tanto la Vale,mia mamma e fedi.So che sarebbero tanto orgogliosi di me in questi momenti.


BACKPACKERS ore 16:46

Ora siamo ni un altro ostello(Backpackers);più bello e in mezzo alla vegetazione,lontani da tutto quel rumore di città.In città quasi non si cammina:per attraversare la strada bisogna fare i salti mortali perchè nessuno frena.Prima io e l'altra tipa ci siamo persi per le strade e abbiamo preso 2 motorini che qua fanno da taxi.Sono troppo belli.éstato emozionante!La polvere negli occhi che quasi mi accecava.Tutti quei furgoncini bianchi con una miriade di persone dentro.I negozietti,i tipi in bicicletta con veri e propri rami di banano con una centinaia di banane sopra.
Prima ho visto uno scoiattolo ed una farfalla che sarà stata grande come il mio viso. Adesso l'altra tipa è su internet.é simpatica e ha molta pazienza com me.Un pò lo sarà perchè conosce solo me.Infatti ho paura che quando arriveranno gli altri mi snobberà un po!Ma io imparerò l'inglese.
Qua c'è una gran pace.Sono in un parco seduto su una panchina verde con un tavolo.Solo il rumore di un meccanico con il compressore riesce a distrarmi.Ci sono sciami di insetti..non ne posso più..ma quasi mi sto abituando.per arrivare in questo ostello, che è su un monte che si affaccia su kampala,ho preso il furgoncino che fa da tram qua.Non avevo parole.proprio come in un film.Incredibile!Non avevo ancora visto la vegetazione fuori città perchè sono arrivato di notte e durante il tragitto da Entebbe non sono riuscito a vedere nulla.Solo della gran pioggia,un cane che assomigliava più ad uno sciacallo e tanta gente ferma sui così dire marciapiedi(zolle di terra nei margini delle strade..se strade possono essere chiamate).


BACKPACKERS ore 21:18

Sono nella reception dell'ostello e stiamo cantando e suonando con della gente che abbiamo conosciuto questa sera. E' troppo bello tutto quanto.Sembra una grande famiglia. Prima un ragazzo ugandese mi ha chiesto "How are you?";non si è neanche presentato che mi ha chiesto come stavo...stranissimo. L'angoscia delle zanzare mi perseguita. Gli altri non li vedo per niente preoccupati.Anzi...quella scema della mia compare cammina a piedi scalzi. Loro sono proprio persone he sanno viaggiare; sanno sempre cosa dire e non si vergognano di nulla. Io non conoscendo bene l'inglese sono molto silenzioso. Ma so che imparerò molto velocemente. Domani andremo in città e chissà cosa faremo. Mi sento molto piccolo ripetto gli altri, ma non me ne vergogno. Ci sono solo io adesso!!! Ho bisogno di andare in bagno e lavarmi. Non mi sono ancoa lavato da ieri sera...ma tanto qua che importa?!
A volte non rieco neanche a fare foto perchè sono talmente felice che me lo dimentico. Le altre 4 persone sono venute qua a Kampala per insegnare l'inglese per quattro mesi ai bambini della primary school, madonna che bello. Sono arrivati venerdì ma io già non so che giorno sia oggi. Non ne ho bisogno, neanche del tempo tanto qua sembra che a nessuno gli interessi. Mi sa che la tipa che è con me è una puttanella 30enne che vuole rimanere da sola per viaggiare e secondo me ci sta provando di brutto con il nero che suona la chitarrra.
Non so se è proprio questo che volevo...credo solo che in questo momento, tutto ciò che mi sta attorno è una realtà che amo tanto e che mi riempie di vita. Questa canzone, questa voce, queste persone,la loro storia. Mi fanno vivere e loro con me. Non so cosa mi aspetti domani;oggi,qui ove sono, sto bene..e così in questo modo voglio rimanere, almeno fino al mio riposo.
Chissà cosa staranno facendo i miei amici, la vale...bho?! Credo di non essere uno di quei veri viaggiatori dei quali tanto si parla;chi viaggia per vita non ha nulla da perdere. Io ritornerò sempre nella mia casa o comunque cercherò casa altrove..ho bisogno di certezze, sicurezze; ma che non vuol dire in ogni caso quotidianità. E' per questo motivo che ora, qui seduto con loro, un pò di solitudine mi assale.
Ma domani è un altro giorno, e tanti viaggi mi aspetano in questo caos di emozioni. Ora andrò a letto con la mia compare inglese che ha rimbecillito con la sua voce tutti quanti noi. Avrò una gran paura delle zanzare, ma omai mi sento al sicuro. Siamo una grande famiglia, e domani lo saremo ancora di più all'arrivo degli altri.


BACKPACKERS 6/09 ore 13:12

Sono ancora seduto nella reception . Mi sto un pò annoiando perchè non stiamo acendo nulla. Scrivo e leggo...leggo e scrivo. Finalmente sono riuscito ad andare in bagno.E' stata un'angoscia:mosche e zanzare da tutte le parti. Alla fine se non voglio tenermela per un mese dovrò pure rischiare. Mi sembra di essere ritornato alla preistoria..con dei probemi mai vissuti prima. Alla fine credo di poter resistere a questa idea.Ovviamente la prima cosa che farò quando ritornerò a casa sarà farmi una bellissima doccia purificante. Mi sento la testa prudere anche se mi sono fatto la doccia.Non voglio neanche pensare a cosa sarà. Oggi con la mia compare sono andato al supermarket a piedi e abbiamo incontrato per la strada dei bambini che avranno avuto al massimo 7 o 8 anni. Io stavo mangiando dei wafers e me ne hanno chiesto un pò. Loro erano in quattro e io ne avevo solo due. Perciò gli ho detto di spezzarli e loro non hanno esitato a farlo.Sorridevano e ci hanno ringraziato. E' stato bellssimo..nn sono stati insistenti. Io avevo già visto che avevano addocchiato il nostro cibo; ci hanno inseguito lentamente con educazione. E' succeso così in modo naturale..è stato sorprendente; se avessi detto di no, credo che non ci sarebbero stati problemi per loro.
Il mio inglese sento che i sta un pò perfezionando.Anche la tipa che sta con me mi ha detto che sottovaluto il mio inglese.Speriamo. Qua siamo veramente tutti sulla stessa sintonia. Questa esperienza mi si sta presentando sempre di più importante. Alla fine, veramente, lo sto facendo solo per me stesso..e qua tutte le persone la pensano così. Da un lato la considero

L'umanità non vuole riconoscere i suoi debiti nei confronti dell'Africa,il "continente nero" dell'immaginario occidentale






Quel "nero" non si riferisce solo alle profondità della foresta equatoriale e alle sue dense ombre, al colore della pelle degli abitanti o alla generale scarsità di conoscenze sul continente. Prima di ogni altra cosa, la frase tacitamente etichetta l'Africa come il luogo deputato di una particolare forma di tenebra: la tenebra dell'umanità. Secondo questa visione,l'Africa è il posto dove gli uomini commettono terribili nefandezze, non perchè l'attitudine a tali comportamenti sia insita nella natura umana, ma perchè l'Africa è ritenuta intrinsicamete più barbara e meno civilizzata del resto del mondo.
Che qui gli uomini si siano comportati in modo barbaro è innegabile benchè, come è stato più volte dimostrato da avvenimenti accaduti altrove, questa non sia una tendenza solo africana.Anzi, la civiltà-come espressione del comportamento civilizzato-è un tratto volatile nella storia umana.Non è, come si credeva in età vittoriana, un'implicita conseguenza del progresso guidato dagli anglosassoni di pelle bianca, con il resto del mondo al seguito e gli africani arrancati in coda. Al contrario, la civiltà somiglia piuttosto a uno strato protettivo di illuminata salvaguardia dei propri interessi, che tutte le società sviluppano quando apprendono a regolare le loro interazioni con l'ambiente, e con gli altri popoli, in vista di un vantaggio a lungo termine per tutte le parti in causa.
Dopo qualche generazione questo strato appare solido e non più intaccabile. Invece non è che una pellicola sottile e fragile, sotto cui preme l'umana capacità di indicibile barbarie. Gli orrori dell'Africa sono raccapriccianti esempi di ciò che gli uomini sono capaci di farsi l'un l'altro quando lo sfruttamento a breve termine prende il sopravvento sull'equilibrio a lungo termine,quando la nozione di responsabilità scompare e la promessa del futuro è offuscata da una precaria sopravvivenza nel presente.

Jhon Reader
da "Africa.Biografia di un continente"

giovedì 29 novembre 2007

uganda

sono partito da bologna il 4 settembre alle ore 5:06 del mattino per arrivare ad amsterdam.avevo un sacco di paura,partivo da solo.ésempre stato un viaggio che nei miei pensieri lo avevo tanto ideato che ho avuto quasi timore a vivere.Mi faceva strano pensare che il giorno dopo alla stessa ora sarei stato a dormire chissà dove e chissà con chi.Ciò che mi distruggeva non era l'idea delle difficoltà che avrei dovuto incontrare durante il mio "lungo viaggio" in uganda ma era il pensiero delle persone che avrei lasciato nelle mia città,persone che sapevo che sarebbero state male in mia assenza.Ma credetemi questo dispiacere è durato ben poco.Anche se pativo l'ansia per il volo in aereo,mi sentivo forte e troppo figo.Stavo per cominciare un'esperienza troppo forte e positiva.La cosa che ricordo con gioia era l'osservare le persone che avevo a mio fianco in aeroporto e poi durante il volo.Quando ti senti solo e un po la malinconia ti assale cerchi di analizzare le persone che hai al tu fianco quasi per darti un po di forza.Scrivevo tutto quello che vedevo nel mio diario di bordo che mi ero costruito con le canne di bambù della mia campagna.Non sapevo se ero veramente pronto per fare un viaggio del genere,ma c'era qualcosa di più forte che mi spingeva a farlo(e comunque sia bisogna viverlo per dirlo).Quando salì sull'aereo per entebbe (aeroporto vicino a kampala-la capitale),incontrai lo stesso tipo che avevo conosciuto durante il viaggio per amsterdam e lo salutai con un gran saluto come se lo avessi conosciuto da anni.Forse la consapevolezza di essere soli ti porta ad attaccarti a qualsiasi persona tu conosca(anche se i dialoghi non erano stati dei migliori);come quando incontri in vacanza quei pazzi scatenati e soli che ti attaccano una pezza infinita e che vorresti mandare a fanculo ogni volta che si azzardano a chiederti qualcosa:).L'avevo saltato questo passaggio di solitudine e nostalgia quando mi sono iscritto per la prima volta allo YAP.Pensavo che avrei incontrato tante suore e missionari sull'aereo,ma non ne ho visti neanche uno;O erano tutti amanti dei gorilla(l'uganda è il pianeta di questi animali),o erano tutti volontari sfigatati come me. Non abbiate la sicurezza che qualcuno vi venga a prendere in aeroporto al vostro arrivo!!!!!!!!!!Io ho aspettato un'ora e alla fine.....ho preso il mio taxi all'1 di notte con il diluvio universale facendomi aiutare da un pazzo guidatore.Ogni volta che ci penso mi dico che veramente qualcuno dal cielo mi ha aiutato:).Io non credo in Dio ma sinceramente non saprei come spiegarmelo.Gli Ugandesi(ma credo un po tutti gli africani) sono dei cani a guidare.A parte che guidano a sinistra della strada perchè furono conolizzati dai "simpaticissimi" inglesi...ma comunque sia c'è d'avere veramente paura.All'inizio sembra quasi un gioco,sembra di stare in un video game..ma dopo un mese che prendi un servizio pubblico in quei posti non ne puoi veramente più.Il problema non è nè la sporcizia(che a me piaceva tanto),nè la scomodità, ma la paura di non arrivare mai sano e salvo a destinazione.Sembra una cazzata ma è la pura verità.Ciò non toglie che se mi chiedeste di risalirci, lo rifarei immediatamente.é un'adrenalina incredibile.Perciò dopo 40 minuti di viaggio in questo benedetto taxi,mi hanno sbattutto in un hostello(somalian guest) e nel giro di pochi minuti ero già a letto.Ero esausto.Vabbè ora non vi racconto tutto ai minimi dettagli.Comunque sia ho trascorso i primi 5 giorni nella capitale con una ragazza inglese che sarebbe venuta con me al campo lavoro.Si chiamava Nikki ed è stata la mia salvezza per l'inglese.Ricordatevi di non aver paura se non sapete la lingua.Io sapevo solo dire:ciao, come mi chiamavo e altre stronzatine varie(infatti sono stato quasi 3 giorni in silenzio).Ma poi in una situazione del genere dove hai bisogno di comunicare per forza con qualcuno,la paura se ne va e subentra la voglia di imparare e conoscere.Dopo 4 giorni dal mio arrivo siamo partiti per il villaggio(Nakaswa). Altra cosa importante:IL PROGETTO PUò CAMBIARE IN OGNI MOMENTO!!!!!!!!!!!!Ovviamente è capitato pure questo!Ci siamo recati in questo villaggio per costruire una scuola.Era diverso dal mio progetto iniziale ma credetemi che quando siete li poco conta se succedono degli imprevisti...Sei pieno di energia,ti senti vivo e sei disposto a fare qualsiasi cosa.Vivere con il villaggio,con le sue abitudini e quotidianeità non è smpre stato facile.Le prime 2 settimane sono state bellissime:conosci tanta gente,tante storie....i nomi delle cose;impari a cucinare e a capire come va un po il loro mondo.Ma poi le cose possono un po cambiare.Cominci a soffrire per qullo che vedi perchè cominci ad avere una critica(non negativa ma realista) nei confronti di ciò che ti circonda.I sorrisi dei bambini che vedevi quando ti venivano incontro si tramutavano a volte in sofferenza e un po in odio.Le domande che ti sei sempre posto prima di partire quasi scompaiono per far posto ad altri quesiti....quesiti che per la maggior parte di essi non esiste risposta.L'Africa può sembrare cattiva a volte...ti distrugge perchè ti toglie la possibilità di cambiare le cose e la tua stessa presunzione di volerla cambiare ti sembra crudele...anche se tu vorresti il meglio per quei bambini e per quella gente non puoi fare nulla. Perciò accade di sentirsi uno spettatore con tanta voglia di conoscere...ma a volte paghi un prezzo troppo caro.Adesso non è che sia stata così pesante....è solo che quando sono partito non pensavo minimamente a tutto quello che invece ho imparato e che sto tutt'ora imparando.Mi sono lasciato trasportare al 100% dall'emozioni..Ci sarebbero infinite cose e sensazioni che potrei raccontarvi ma non avrei la capacità di trasmettervele.Posso soltanto dirvi che è stata la più bella esperienza che io abbia mai fatto e non sarà l'ultima.Inoltre ricordatevi che è sempre tutto soggettivo ciò che vediamo.Io l'ho vissuto così questo viaggio ma sono sicuro che le persone che stavano con me avranno sentito emozioni differenti da me(forse anche migliori...chissà). Non ho imparato nulla dell'Africa,nè della cultura africana,nè della gende ugandese,nè della vita del villaggio.Ho forse guardato tante persone differenti l'una dall'altra che vivono una vita completamente diversa dalla mia.Il volontario è egoista..è spinto dalla propia voglia di migliorarsi e di sentirsi vivo.A volte mi è capitato di sentirmi in colpa per tutto questo...ma mai mi sono tirato indietro nel provare emozioni e nel voler conoscere la verità.L'Africa non è così pericolosa per chi sa amare e per chi si sa mettere un po in discussione.Ringrazio lo YAP e Valentina di Roma che mi è stata vicina in tutto quell' indimenticabile mese; ringrazio inoltre tutte le persone che durante il mio viaggio ho conosciuto e che ancora tutt'ora non riesco a non pensare.Non è mai stato facile ma ne è valsa la pena!!!!!!!!